Il carbone attivo è una forma microporosa di carbone, che può essere prodotta a partire da varie materie prime, quali torba, legno, lignite ed altro. Gli atomi di carbonio presenti sulla superficie interna del carbone attivo esercitano un’attrazione sulle molecole di gas e di liquido circostante.
Quasi tutte le industrie e i laboratori hanno la necessità di dover limitare o controllare le emissioni in atmosfera, specie se nelle lavorazioni si formano composti tossici inquinanti.
Il trattamento delle emissioni con carbone attivo è uno dei procedimenti più semplici e meno onerosi, purché il tipo di contaminante abbia le caratteristiche per essere adsorbito dal carbone. Diversamente, i filtri prodotti con resine sintetiche causano una riduzione della capacità di assorbimento fino al 50%.
I carboni non sono tutti uguali, infatti esistono dei tipi che meglio si addicono a determinate sostanze inquinanti, e che offrono rendimenti più elevati.
In alcune applicazioni, l’attività dei carboni attivi può essere potenziata impregnando le lastre interne con sostanze aventi effetto catalitico e che diano luogo ad assorbimento chimico.
La capacità di assorbimento dei filtri a carbone attivo varia in funzione dei seguenti parametri:
- concentrazione dei contaminanti nel gas o nell’aria
- temperatura e umidità
- pressione
- tempo di contatto tra l’aria o il gas e il carbone attivo
- dimensioni del granulo di carbone